Bio si può

Sogno di una mattina di mezzo autunno

Ancora stordita dal tranquillo e pacioso fine settimana appena trascorso, stamane sono immediatamente piombata nella dura relatà del lunedì, e quindi oggi “lancio” pensieri sfusi e qualche accidente.

 

E’ il secondo lunedì di seguito che la Metro offre un servizio inaccettabile. Il 7 è stato titolato come “lunedì nero” da diversi quotidiani, e oggi per arrivare a Termini si faceva prima in monopattino (45 minuti la tratta Anagnina – Termini, con continue soste e vagoni ultrapieni). La linea B è un carnaio, in estate ma anche no le persone svengono stremate dal caldo e dall’affollamento. Come cittadina e come abbonata mi vergogno e mi indigno per il pessimo servizio che gli amministratori locali ci offrono. Ma perchè a pagare siamo sempre noi?

Non possiamo poi prendercela se tutti decidono di prendere la macchina. Oggi ad esempio l’ho presa: 80 minuti di coda continua per percorrere 25 km tra raccordo e città: arrivi in ufficio che sei già oltre la soglia di sopportazione quotidiana. Abbiamo alternative? Possiamo continuare a passare buona parte della nostra vita intrappolati in scatole grandi o piccole e cercare di svicolare per raggiungere le nostre destinazioni? Le amministrazioni dovrebbero preoccuparsi di garantire una qualità della vita decente, piuttosto che continuare a scaricarsi colpe e lanciarsi accuse.

Per fortuna però, sembra che Roma non sia una città che soffre la crisi, a giudicare dall’elevatissima frequentazione domenicale di centri commerciali e affini. Ieri siamo andati da Decathlon (mi servivano dei calzettoni di cotone, c’era mezzo quartiere. E l’altro mezzo stava da Mediaworld, dove abbiamo tentato di trovare una tastiera per il piccì. File importanti alle casse, code di macchine in attesa di parcheggio. Siamo generosi noi romani, non abbiamo un soldo ma per lo shopping non badiamo a spese.

 

A proposito di spese, confesso che abbiamo esagerato sabato alla Biofiera. Moltissimi stands, scarsa presenza di istituzioni (o erano in pausa pranzo o stavolta non si sono presentate in molte), troppi norcini. Voglio dire: possibile che una regione come il Lazio che ha un’elevatissima percentuale di Agricoltori biologici  radicata nel suo territorio si sia presentata con quattro cinque stands di verdure e 4 e più banchetti di porchetta? Molti produttori di olio (eccellenti tutti quelli provati), tanto formaggio e conserve, un sacco di aziende vinicole, due espositori di ottimi cosmetici e prodotti per la casa ecobio, un pò di artigianato. Tra le altre cose, i vegetali esposti parevano sofferenti, tanto che il porro che abbiamo comprato una volta a casa si è definitivamente ammosciato. Spero, per le prossime edizioni, che ci sia un numero di agricoltori maggiore. Detto questo, la fiera va in ogni caso visitata, i prodotti (a parte il porro) si sono rivelati ottimi e di sicuro sono genuini.

 

Sogno di una mattina di mezzo autunnoultima modifica: 2008-10-13T09:04:01+02:00da
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