E’ di pochi giorni fa un articolo Ansa che parla del ritorno delle pellicce nei “nostri” guardaroba.
In assoluta controtendenza rispetto agli anni passati, il fatturato di concerie e pellicciai sembra aumentare: le pellicce sembrano proprio essere nuovamente tornate alla ribalta.
Non vogliamo lanciare strali ai compratori, ma pacatamente e asetticamente discutere con loro della questione.
1) A parte i Poli, la Siberia, e altre zone altrettanto sfortunate, non fa mai così freddo da avvertire la necessità di “coprirsi” con il manto di un altro animale: perchè quindi toglierlo alle bestie per conservarlo per anni nell’armadio e tirarlo fuori tre giorni l’anno?Soprattutto perchè andiamo incontro ad un riscaldamento globale, che caspita te ne fai quando si alzeranno le temperature?
2) Le pellicce costano, e lo sanno anche i ladri che prelevano volentieri dalle nostre case capi pelosi: così, oltre alla paura che possano rubarci il televisore megagalattico dobbiamo anche preoccuparci per un cappotto. Un cappotto, non so se mi spiego.
3) Le pellicce inquinano: le concerie producono un sacco di residui chimici e i corpi senza vita degli animali senza scalpo sono un rifiuto difficilmente utilizzabile (ma magari chi lo sa, quel cincillà lì è andato proprio dentro la pappa di fuffy…)
4) Le pellicce invecchiano: non ho mai visto una giovine donna con indosso quel cappotto dimostrare la sua vera età, sembrano tutte delle signorotte attempate. Inoltre, se proprio non pesi venti chili, appesantiscono o accorciano tragicamente la silohuette.
5) Le pellicce sono preistoriche, sono un’eredità dei nostri padri che non avevano altro con cui coprirsi, in un’era tecnologica come la nostra e ricca di proposte tessili impalpabili, comode, eteree, le pellicce rappresentano l’ultimo degli anacronismi.
6) Facciamo di tutto per privarci dei nostri peli superflui, ci sottoponiamo a torture immani per apparire glabri come bambole, spendiamo centinaia di euro, inorridiamo se nella minestra c’è un capello o u pelo… per poi “ricoprirci” del pelo di altre specie?
Al di là delle pacate provocazioni, chi compra una pelliccia dovrebbe essere consapevole che gronda sangue, che per farla è stato ucciso più di un animale e che, se uccidere animali per mangiare può essere una dolorosa necessità, ucciderli per la propria vanità è assolutamente vergognoso. Senza voler essere estremisti, che sensibilità mi posso aspettare da chi se ne frega se per andare agghindata una volta l’anno a teatro ha fatto una strage di rat musquè (allevati in condizioni atroci e morti peggio)?
Ed è altrettanto vergognoso l’articolo che apparirà sul prossimo numero di Vogue America, dove “le top model Lily Donaldson, Coco Rocha, Caroline Trentini e Anna Jagodzinska, saranno tutte ricoperte da sontuosi cappotti di pelliccia naturale. Le modelle sono state immortalate su impervie pareti rocciose mentre tentano di scalarle come animali selvatici su improbabili tacchi e protette da pellicce“
La prossima volta, le scalate sulle pareti fatele fare a chi dentro quella pelliccia ci vive e fa battere il suo cuore.