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La mercificazione degli esseri viventi

Giorni fa mi è capitato di vedere una pubblicità locale di un negozio di animali. Facevano vedere dei bellissimi pesci in acquari affascinanti, sottolineando l’aspetto terapeutico che un acquario può avere sullo stress e su disturbi di altra natura.

Poi, stamattina, ho visto due meravigliosi pappagalli rinchiusi in una gabbia. Se qualcuno ancora pensa che gli animali non provino emozioni e non sappiano esprimerle attraverso i gesti o gli atteggiamenti, allora non ha visto la tristezza che ho visto io in uno dei due pappagalli, una pena veramente grande.

E, ultima tra gli ultimi, mi sono chiesta con quale diritto noi umani facciamo del business sulla vita degli animali, con quanta noncuranza riusciamo a catturarli e trasformarli (quando gli va bene) in oggetti da compagnia solo per esigenze economiche/estetiche. A noi piacerebbe essere catturati ed essere rivenduti a qualcuno che ci tiene per tutta la nostra vita in 4 metri quadrati? Grideremmo all’orrore, diremmo che vivere in quattro metri (o nell’equivalente gabbiesco) non sarebbe vita.

Eppure, pare non ci rendiamo conto che quei poveri pesci che impazziscono in una boccia di vetro o dentro un favolosissimo acquario, prima di noi avevano lo spazio sterminato degli oceani. E che quei disgraziati uccelli che stanno in prigione potevano volare ovunque sopra di noi.

O, peggio ancora, che quella triste pelle di zebra che adorna una casa di vip vista di recente su un sito, rende macabra l’intera casa.

Mercifichiamo tutto, diamo un mero valore economico alle nostre vite e alle vite degli altri esseri viventi: schiavizziamo, torturiamo, togliamo dignità e libertà solo in nome di uno status sociale. E’ umano, questo?

La mercificazione degli esseri viventiultima modifica: 2010-04-11T15:57:21+02:00da
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