La “moda” del barefooting

Non leggo molto di frequente le riviste femminili, ma ogni volta che ne apro una trovo molteplici spunti per nuovi post.

Il primo dei tanti, e al momento maggiormente privo di senso, è quello trovato su Donna Moderna che tratta della “nuova tendenza” diffusa tra i vips nostrani e oltreoceano del camminare scalzi.

L’articolo ahimè, è abbastanza ricco di notizie superficiali e poca sostanza; non parliamo poi del fatto che il movimento dei barefooter o dei camminatori scalzi ha l’età dell’uomo sulla terra, cioè qualche milione di anni. Ci sembra un’età abbastanza avanzata per avere il coraggio di sostenere che è una moda, come superficialmente fa l’autrice dell’articolo. Un breve richiamo alle tesi di diversi medici secondo i quali indossare scarpe fa male alla nostra colonna e alla nostra struttura muscolo-scheletrica in toto, e via di nuovo verso due pagine che con l’informazione non hanno nulla a che vedere. La chicca finale dello scritto, è data dal fatto che le ultime righe sono dedicate ai tragici inconvenenienti dello sventurato barefooter: pericolo di prendersi il tetano, i funghi, di pestare siringhe o cocci di vetro, di vedere i nostri piedi imbruttirsi e imbarbarirsi day by day. Per non parlare del fatto che, orrore, potrebbero “potenziarsi”. Che se qualcuno mi spiega che male c’è a potenziare il nostro corpo forse capisco meglio questo immane pericolo.

Camminare scalzi non è una moda, ma una necessità che tutti gli esseri umani devono tener presente: non ce ne frega nulla dell’attrice che per uno scatto in più farebbe di tutto, non servono a nulla articoletti da quattro soldi… Ci sono fior di studi che comprovano i danni causati da scarpe troppo alte o troppo strette o troppo scarse o troppo e basta; se non crediamo agli studi, guardiamo i nostri piedi e vagliamo lo stato di salute del nostro apparato. Poi, con molta calma, reimpariamo a camminare e facciamolo da scalzi.

Se l’articolo non rende assoluta giustizia alla pratica del camminare scalzi, dobbiamo però sapere che i nostri piedi vengono compressi, deformati, inscatolati in innaturali attrezzi di tortura: li chiamiamo scarpe, ci siamo convinti che senza non potremmo vivere, ma sappiamo bene che per diverse ore al giorno potremmo farne a meno. Non dico sulla metro o in ufficio, ma in casa in palestra o quando andiamo al parco, controlliamo bene la nostra porzione di verde (per evitare gli orrori in agguato) e godiamoci finalmente la terra sotto i piedi!

Link: http://biosipuo.myblog.it/archive/2009/02/16/a-piede-libero2.html

http://www.macrolibrarsi.it/libri/__a-piedi-nudi.php

La “moda” del barefootingultima modifica: 2011-06-02T19:55:00+02:00da bibendum3
Reposta per primo quest’articolo

2 pensieri su “La “moda” del barefooting

  1. Camminare è già di per se una pratica salutistica che consiglio a tutti, non fa bene solo al corpo, ma anche al sistema nervoso, secondo me rilassa e ti fa scaricare tutte le tensioni, ma camminare scalzi…. è a dir poco fantastico!
    Lasciamo perdere le siringhe, il tetano e i funghi, anche mangiare può essere pericoloso, magari ti va qualcosa di traverso e soffochi.
    Camminare scalzi sui sassi, sull’erba, sulla strada, sulla sabbia è davvero emozionante, fa bene alla circolazione e allo spirito. Il contatto con il terreno rafforza il legame con la Madre Terra!
    Ciao Veggie

  2. Ho letto anch’io lo stesso articolo, e ho alzato gli occhi al cielo. Noi camminiamo scalzi il più possibile, ma ci consideriamo assolutamente una famiglia molto fuori moda.
    Certo, i VIP passano con molta disinvoltura dai piedi scalzi al tacco 12, a seconda di dove tira il vento.
    Ma se il Signore/Madrenatura/Universo ritenevano fondamentali le scarpe, ce le avrebbero date direttamente in dotazione, no?
    Ciaociao Mammatrafficona

I commenti sono chiusi.