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I superfoods e la discriminazione sociale

Rieccoci qui, dopo tre mesi di latitanza dal blog.

Riprendo il discorso degli integratori e dei supercibi perchè mai come in questo c’è una massiccia campagna marketing intorno a questo novello filone d’oro.

Basta andare sul web e cercare una a caso tra tante paroline magiche per vedere quante offerte ci sono e quanto miracolosi siano gli effetti di questi prodotti; così, tanto per citarne alcuni, possiamo parlare di Acai, moringa, chetoni di lamponi, caffè verde, mango africano, goji, mangostano, chia…

Tutti frutti (o semi o bacche) dalle favolose proprietà salutari e perchè no, anche salvifiche.

C’è, però, qualche problema in questa rincorsa al cibo migliore del pianeta.

Così, mentre una piccola rappresentanza del nostro pianeta potrà permettersi di beneficiare di questi fantastici prodotti senza doversi preoccupare di arrivare a fine mese con i soldi contati, il resto delle persone dovrà fare grandi sacrifici economici per provare ciò.

Se c’è una cosa che però ho imparato, è che la salute e il benessere dovrebbero essere a portata di tutti, non di pochi. E se un alimento è davvero efficace, limitatamente alla sua produzione su scala mondiale e a dazi, tasse e balzelli vari, lo si deve rendere di facile accesso (o acquisto). Altrimenti diventa moda, elìte, discriminazione.

Così, siamo bombardati da ogni parte di informazioni circa l’ennesimo prodotto superultrafantaefficace che non ha niente a che vedere con quelli degli anni passati perchè questo è la soluzione definitiva. A tutto.

E noi cadiamo nella loro rete, schiavi della moda e dei bilanci aziendali, rischiando di perderci quei frutti (o semi o bacche) che davvero, perle rare tra milioni di biglie di plastica, possono apportarci notevoli benefici.

In ogni caso, io diffido sempre dall’integratore che costa uno sproposito: se non si hanno problemi di salute, perchè buttare i soldi nel cesso quando con 10 euro si può andare al mercato ortofrutticolo e fare il pieno di vitamine, minerali e antiossidanti?

Oltre ad accorgervi che 100 grammi potrebbero costarvi almeno 6 euro, contro i 2 di 1,5 kg di arance o di un bel melograno, vi accorgerete che 100 grammi di bacche vi inchioderebbero al wc per un’intera giornata.

Quindi, ben vengano i cibi esotici dalle spiccate caratteristiche nutrizionali, ma attenti alle comparazioni ingannevoli che tendono sempre a farne un prodotto miracoloso a scapito di ciò che abbiamo già a disposizione quotidianamente e a buon prezzo.

 

I superfoods e la discriminazione socialeultima modifica: 2013-08-08T11:47:07+02:00da
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