Less is more step 8: Ridurre il consumo di stoviglie usa e getta

Dal mio personale e opinabilissimo punto di vista, l’avvento delle stoviglie monodose potrebbe aver dato il via all’era del consumismo usa e getta tipico di questi decenni. Con il successo di piatti, bicchieri e tovaglioli usa e getta, abbiamo contribuito a rendere matura l’idea di produrre in serie qualsiasi tipo di prodotto con (più o meno) le stesse caratteristiche; ecco quindi che la moda rende vecchi capi nuovissimi indossati una sola stagione, i gadget tecnologici si invecchiano non appena il venditore finisce di battere lo scontrino, gli elettrodomestici hanno un’obsolescenza programmata e tirano le cuoia anzitempo.

Noi, cresciuti con e assuefatti all’uso del piatto da gettare nell’indifferenziata, nemmeno più ci accorgiamo di questo consumismo usa e getta che fa della deperibilità (fisica o morale) di qualsiasi il valore aggiunto numero uno. Se non si sfascia o passa di moda non serve a fare Pil, insomma, ma in un mondo finito e con risorse finite l’usa è getta è pratica scellerata e poco lungimirante.

Abbiamo sempre pensato che il conto di sprechi, inquinamenti e ingiustizie lo pagheranno chissà quali generazioni sperdute nel futuro (un po’ come la chimera del sole che prima o poi si spegnerà/esploderà…), ma arrivati a questo punto il conto inizieremo a pagarlo a breve, e se non saremo noi saranno i nostri figli.

Per invertire questa assurda tendenza che ci spinge a riempire di mondezza migliaia di ettari di territorio o quando ci dice male a rilasciare le sue tossiche ceneri nell’aria, il piccolo eco/decrescitore che è in ognuno di noi ha a disposizione delle azioni decisamente significative e di elementare attuazione: eliminare dal suo consumo familiare piatti, bicchieri e tovaglioli “a perdere”.

Qualcuno si domanda ancora se sia più conveniente usare la plastica piuttosto che il vetro o la ceramica, ma come dicevamo prima in un mondo di risorse finite buttare ogni giorno nel cassonetto chili di stoviglie è decisamente assurdo.

Facciamo l’esempio di una famiglia di quattro persone che usa stoviglie di plastica e tovaglioli di carta per tre pasti unici (cioè con una sola portata) a settimana:

  • una confezione di 100 piatti finirebbe in circa due mesi (con un costo a bimestre di 5 euro)
  • una confezione di 100 bicchieri avrebbe la stessa durata (1 euro a bimestre)
  • una confezione di 100 tovaglioli di carta finirebbe prima, in un mese, considerando che di tovaglioli di carta ne servono sempre almeno due a pasto (1 euro al mese)
  • per le posate in plastica, visto l’uso più sporadico, ne useranno una confezione da 25 al mese (1 euro)

Il totale, a voler essere molto stretti, è di 4 euro al mese per buttare un qualcosa che usiamo 10 minuti al massimo. In realtà, sappiamo che quando iniziamo ad usare l’usa e getta, ci abituiamo poi a renderlo parte integrante della nostra routine, eleggendolo a stoviglia preferita e usandolo quasi tutti i giorni.

E questi sono i costi economici.

Per i costi ambientali, li abbiamo tutti i giorni davanti ai nostri occhi. Le discariche si riempiono costantemente, i piatti e i tovaglioli contribuiscono a far volume e, una volta destinati all’inceneritore, aumentano le loro emissioni di CO2 che vanno ad aggiungersi alle emissioni prodotte per crearli.

L’impatto sulla salute poi non è sempre preso in considerazione. Le stoviglie in plastica sono sicure, o dovrebbero, ma a contatto con pietanze molto calde iniziano ad allentarsi e a “sciogliersi”. Difficilmente abbiamo visto un piatto liquefarsi mettendo una minestra al suo interno, ma le sostanze che lo compongono possono entrare a far parte del cibo che mettiamo in bocca, e non è difficile capire che difficilmente il nostro stomaco riuscirà a “digerire” simili ingredienti.

 

L’uso di un set di piatti in ceramica e di una parure di tovaglioli, unitamente a forchette, coltelli e qualche bicchiere (tutte cose che abbiamo già in casa e che sicuramente non dobbiamo comprare), riesce a ridurre notevolmente il nostro impatto sull’ambiente, e a coloro che sostengono che anche il consumo di acqua e detersivi ha un costo ambientale, possiamo tranquillamente rispondere con le azioni: un uso parsimonioso dell’acqua e la scelta oculata di detersivi assolutamente naturali ci solleverà da questa “grossa” responsabilità di inquinatori folli che ostacolano il progresso dell’usa e getta.

 

Se iniziamo a dismettere la pratica più che quotidiana dell’usa e getta, la nostra consapevolezza sul valore della merce e delle materie prime potrebbe risvegliarsi, e farci capire che una via d’uscita a questo modello di consumismo c’è ed è facilmente attuabile. Scopriremo inoltre che non c’è molto sacrificio o perdite di tempo nel lavare con acqua calda e sapone i tovaglioli, d’altra parte lo facciamo già per le tovaglie… Oppure, già che dobbiamo lavare pentole e padelle, 4 piatti e 4 bicchieri in più che cosa comporteranno mai?

In compenso, evitare di spendere 4 euro per 12 mesi porterà qualche piccolo risparmio nelle nostre tasche, e l’uso di materiale sicuro e inerte a contatto con il cibo una garanzia di salute in più.

Mai come in questo caso, provare per credere! E di sicuro rimarremo sorpresi 🙂

 

 

Questo è un interessante resoconto fatto da un circolo: clicca qui

Less is more step 8: Ridurre il consumo di stoviglie usa e gettaultima modifica: 2012-01-24T14:23:00+01:00da bibendum3
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